Che razza di domanda è questa? Tutti respiriamo fin dalla nascita ed è quindi ovvio che sappiamo respirare!
Fossi in voi non ne sarei così tanto convinto.
Il bambino, al momento della nascita, ha già una particolare esperienza di respirazione.
Non si tratta della respirazione come la intendiamo tradizionalmente ma di una respirazione in simbiosi con la madre.
Il bambino “respira” attraverso il cordone ombelicale l’ossigeno che gli necessita, il quale proviene dalla respirazione polmonare della madre.
La madre respira letteralmente per due corpi: il suo stesso corpo e il corpo in fase di crescita del figlio nel suo grembo.
La respirazione polmonare di una donna in gravidanza è di fatto diversificata, per molti aspetti, dalla respirazione di una donna che non è in attesa di dare alla luce suo figlio.
Il bambino non si accorge di questa respirazione ma la vive con profondità dato che, tra l’altro, vive l’esperienza della regolarità del movimento respiratorio della madre e ne sente anche il rumore prodotto.
L’imprinting che ne deriva è quello che, per la sua vita futura, servirà un processo fisiologico particolare dal ritmo incostante.
Non sa ancora cosa sia ma lo scoprirà presto.
Quando, alla nascita, il bimbo inspira la sua prima aria la cosa non è del tutto così piacevole, è bene ammetterlo.
Non tanto per lo sculaccione che, sempre più raramente, gli viene inferto dall’ostetrica per farlo respirare nel pianto, quanto per il fatto che i suoi polmoni non hanno mai fatto nulla di simile.
Certo, la natura predispone il corpo del bimbo a quell’evento e quindi non è nulla di così tragico, ma di sicuro non è una sensazione piacevole quella di immettere aria all’interno di due sacche che sono appena state svuotate dal liquido amniotico e che, quindi, sono praticamente come due palloncini appena usciti dalla fabbrica che sono spesso appiccicati all’interno. Sono dell’idea che faccia piuttosto male...
Appena parte la respirazione polmonare, il bimbo respira in un modo del tutto particolare: non effettua pause.
Siamo abituati a sentire, tra l’inspirazione e l’espirazione e viceversa, una sorta di “pausa”, una particolare piccola apnea a canali aperti.
Tale apnea compare molto tempo dopo la nascita.
Il bambino, invece, respira in modo “circolare”, inspirando profondamente e lasciando completamente andare, durante l’espirazione, tutta la tensione accumulata nell’inspirazione.
Non vi sono pause: tutto avviene in modo naturale, ritmico, continuo, specie nelle ore del sonno.
Questa particolare respirazione naturale del bambino, come già accennato, si perde con il trascorrere del tempo, ossia si perde la capacità che il bambino ha in modo naturale di inspirare profondamente e di “lasciare andare” durante l’espirazione.
Mentre cresciamo, viviamo man mano determinati tipi di esperienze che modificano e consolidano quello che in futuro chiameremo “carattere”.
Il nostro comportamento sarà influenzato in modo profondo proprio da questo “carattere” ossia l’insieme di ciò che, sia a livello conscio che inconscio, abbiamo imparato durante il nostro crescere.
Tale apprendimento non ha mai fine, se non al momento della dipartita da questo mondo (ma anche qui si potrebbe aprire un capitolo intero…).
Il respiro si modifica insieme al nostro carattere in base a come abbiamo vissuto.
Immaginate la situazione in cui viviamo un momento di ansia o di paura.
Il respiro si modifica, diviene più corto e i polmoni non si svuotano mai completamente: si tende ad iper-ventilare.
Il corpo richiede maggiore quantità di ossigeno, dato che l’adrenalina entra in circolo pronta a far scattare muscoli e nervi in caso di necessità di fronte al pericolo incombente.
Oppure quando ci innamoriamo, dove i periodi di piccola apnea aumentano dato che siamo sospesi nell’attesa.
O, invece, quando siamo rilassati, quando respiriamo di pancia, appoggiati allo schienale di un comodo divano mentre sonnecchiamo leggermente.
In altre parole, il nostro respiro si modifica in ogni istante in base all’emozione provata in quel dato momento.
Il nostro carattere stabilisce in che modo il respiro si debba modificare, proprio in base a come noi percepiamo la realtà che ci si para davanti e, quindi all’emozione provata di conseguenza.
Una persona che sviluppa un carattere basato sulla paura o sul timore, avrà di conseguenza la tendenza a reagire sempre con una respirazione eccessivamente breve, corta e non sufficiente a garantire il rilassamento, con tutte le conseguenze del caso.
Una persona che ha un carattere irascibile, basato quindi su rabbia repressa, tenderà anch’egli ad avere una respirazione superficiale, non attenta e, quindi anch’essa, non sufficiente a garantire il rilassamento.
Nella nostra società, dove la maggior parte delle persone vive una situazione di ansia permanente data dalle difficoltà che tutti ben conosciamo, la gente sviluppa una respirazione sempre più superficiale, vi si abitua, e la ritiene la respirazione normale.
Ma tutti noi siamo stati bambini e, tutti noi, siamo stati in grado, attraverso la respirazione circolare infantile, di rilassarci profondamente, di “lasciare andare” ogni tensione.
La nostra respirazione non riempie praticamente mai l’intera capacità polmonare.
È raro, fateci caso, usare la parte alta del torace durante la respirazione.
Se vi dicessi che proprio lì, nella parte alta del torace, sono sepolti tutti i traumi più importanti del nostro passato?
Se vi dicessi anche che una respirazione superficiale, come quella della maggior parte di noi, è insufficiente a portare letteralmente fuori la quantità di tossine che immettiamo attraverso cibo, acqua e respirazione stessa?
Non ci facciamo caso, ma il respiro è l’arma più potente che possiamo utilizzare contro stress, paure, rabbie e ansie di ogni tipo e, contemporaneamente, è lo strumento più efficace che possediamo per amplificare salute, benessere, gioia, amore e… chi più ne ha più ne metta!
Come si fa?
Bisogna tornare bambini!
O meglio, tornare a respirare in modo circolare consapevolmente.
Nel corso del 2018, il respiro è arrivato anche al Club del Gatto C.A.T. tramite il meraviglioso Diego Concordia e tutt'ora proseguiamo ciclicamente con la proposta di questo percorso che si effettua in 10 settimane.
Un ragazzo speciale che ha conseguito l’abilitazione alla conduzione delle sedute di Respiro Circolare presso la scuola Podresca.
Qualcuno potrebbe confondere il respiro circolare con il Rebirthing, ma si tratta di due cose differenti, anche se simili in molti aspetti.
Conosciuto Diego e dopo averlo ascoltato alla presentazione della tecnica del Respiro Circolare ho deciso di provare a percorrere l’intero primo ciclo di dieci incontri.
Mai, e dico MAI, decisione è stata più azzeccata.
Il respiro consapevole è la cosa più bella che puoi permettere a te stesso, in armonia con ciò che sei e che vuoi essere.
Diego, con la sua semplicità e pacatezza, ti mette a tuo agio con quello che credi essere qualcosa di assurdo.
Mettersi sdraiati e respirare in continuazione, senza pause, inspirando profondamente e poi lasciando andare completamente tutta l’aria per ben 45 minuti.
Sembrerebbe una follia iper-ventilare per quarantacinque minuti di fila.
Durante il primo incontro la mia mente ha pensato esattamente questo. Mi sembrava inutile, faticoso e, per di più, pericoloso. Ma tenni duro: stetti alle direttive di Diego e respirai per tutto il tempo esattamente così come aveva descritto di fare, o almeno ce l’ho messa tutta. Sì perché non è propriamente facile farlo la prima volta. È un particolare modo di respirare che non facciamo mai e tante possono essere le difficoltà.
Ma appena finito… che meraviglia ho vissuto!!!
Ma andiamo con ordine.
- Durante la respirazione mi sono accorto che il corpo tendeva a rispondere in un modo che non avrei mai pensato.
- Si producevano dei formicolii intensi alle mani e ai piedi che, pian piano, salivano lungo gli arti irrigidendoli in una tetania prolungata.
Diego ci aveva comunque messo in guardia su queste possibilità e il fatto che lui fosse lì vigile e al momento giusto venisse a dare supporto mi ha confortato e mi ha incoraggiato ad andare avanti.
- Anche perché tali sensazioni non sono affatto spiacevoli.
- Per la prima volta davvero ho sentito la presenza dell’intero corpo contemporaneamente.
- Raramente mi era successo!
- La mente parte per la tangente!
- Non sai dove va a finire con i suoi pensieri.
- Sorgono ricordi del passato, ma anche immagini di luoghi o situazioni che non riconosci, almeno è quello che è capitato a me.
- Man mano che il corpo, con la grande quantità di ossigeno immesso, e grazie al graduale aumento della frequenza cardiaca (ecco perché è sconsigliato a chi ha problemi cardiaci), il corpo ne approfitta per smuovere in profondità tutte le tossine che sono state “immagazzinate” in modo permanente nel corpo. Vengono rimosse ed espulse attraverso la respirazione, per la maggior parte, ma anche attraverso la pelle e, dopo, dalle urine e dalle feci. Il corpo, insomma, si purifica. Contemporaneamente anche la mente, sia inconscia che conscia, si ripulisce.
- Molte delle emozioni che noi viviamo durante il giorno e, come già detto, ci caratterizzano, sono spesso dovute all’accumulo di tossine le quali non sono solo fisiche ma anche di altri livelli. La respirazione naturale circolare va a rimuoverle a tutti i livelli, permettendo anche alla mente di ripulirsi.
Ma attenzione: tutte le difficoltà che si possono riscontrare durante il respiro (o anche prima) sono solo delle “Resistenze”.
Tali resistenze possono apparire come pensieri belli o brutti, come dolori muscolari, come crampi, come tetanie particolarmente forti, come emozioni brucianti e fastidiose.
Ogni volta che la mente pensa “questa cosa che sto facendo è inutile” è una resistenza!
Ogni volta che il respiro, in qualche modo viene interrotto, abbiamo a che fare con una resistenza.
Ossia un tentativo di auto sabotaggio della mente che, a quel punto, si rivela schiava delle sue tossine, sia fisiche che emotive.
Anche il solo deglutire, durante il respiro, è una resistenza.
Vi giuro che si può respirare in modo circolare, a bocca aperta, senza deglutire per oltre quarantacinque minuti, e parlo per esperienza. Le prime volte anche a me capitava di sentire il bisogno di deglutire, perché la saliva tendeva a scendere per gravità verso la gola e mi sembrava di poter respirarla da un momento all’altro.
Quindi deglutivo.
Quando ho capito il giochino delle resistenze mi sono fatto coraggio e ho continuato a respirare ignorando lo stimolo a deglutire: ce la si fa tranquillamente senza nessun problema.
Di fatto, ogni resistenza compare per obbligarti a distogliere l’attenzione dalla respirazione circolare.
La mente spesso è subdola davvero.
L’obiettivo, mentre si respira in una seduta di Respiro circolare, è solo respirare.
Ogni altra cosa accade durante il respiro è una resistenza. Non importa quali pensieri sorgano, o quali problematiche fisiche o emotive compaiano.
L’attenzione non deve essere mai distolta dal respiro circolare che si sta facendo.
D'altronde molti grandi del passato come il Buddha, con la sua meditazione Vipassana, pone la sua attenzione sul suo respiro.
Molte tecniche olistiche sono incentrate sulla concentrazione sul respiro.
Ma pensate anche solo a quando, vendendovi arrabbiati, qualcuno vi dice: “Respira!! Respira!!”. Ossia: poni la tua attenzione al tuo respiro e vedrai che ti calmi.
Durante una seduta di respiro circolare possono accadere molte cose, ma tu devi sempre tornare al tuo respiro.
Capita un pianto emozionale? È una resistenza: torna al tuo respiro!
Capita un piccolo crampo muscolare? È una resistenza: torna al tuo respiro!
Capitano pensieri brutti e spiacevoli? Sono solo resistenze: torna al tuo respiro!
Non si tratta di ignorare ciò che accade, ma di avere fiducia totale nel tuo respiro e su ciò che esso è in grado di fare. Se poniamo l’attenzione alle varie resistenze che compaiono, stiamo perdendo l’occasione di “lasciare andare” quelle stesse resistenze e tutto ciò da cui esse nascono. È il respiro che le purifica, che ne toglie la fonte dal profondo: fidati di lui!
La serenità che vivrai alla fine della seduta, se avrai il coraggio di guardare solo il respiro, sarà incredibile.
Ti sentirai vuoto, leggero, incredibilmente forte e presente e solo per aver respirato un po’ di più e meglio.
La mente gioca con le tue emozioni, e pur di rimanere vigile e non smettere di esistere, anche solo per un istante, le tenta tutte.
Ti fa ripercorrere il passato, le cose brutte, quelle dove hai sofferto davvero molto.
Ma se hai il coraggio di rimanere nel respiro con la tua attenzione, ti permetterai di “riviverle” con distacco e, rivivendole in questo modo, le lascerai andare per sempre. Ecco la purificazione!
La purificazione del Tempio!
Il tempio è il tuo corpo e i cambiavalute sono la tua mente con le sue resistenze.
Infatti le resistenze possono essere anche piacevoli.
La mente, se si opera bene durante il respiro, si accorge che le cose spiacevoli non bastano a portare via la tua attenzione dal respiro che la purifica. Quindi escogita di darti qualcosa di piacevole e emozionalmente “corretto”.
Ma attaccarsi a ricordi piacevoli, o a sensazioni piacevoli è comunque distogliere l’attenzione dal respiro. Subdola, vero? Ehehehe!!
Respirare, in pratica, è il metodo più bello, facile e dinamico, nonché veloce, per mettere un po’ di pace all’interno del nostro vivere.
Tornare a respirare come bambini, significa riemergere da un mondo un po’ troppo sonnecchione, per ritrovarsi davvero dentro di sé con una nuova voglia di vivere e sperimentare.
Ci si permette di liberare emozioni nascoste, modificare i propri atteggiamenti verso molte cose che prima erano bloccati da chissà cosa, riscoprire piaceri del passato che si credevano persi. Ma soprattutto si sperimenta il Sé, ossia ciò che siamo davvero. Quel tutto fatto da mente, corpo, anima e spirito.
Marco Marabese- Vicepresidente Club del Gatto C.A.T.
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